Donald Lam investigatore sottile by A. A. Fair

Donald Lam investigatore sottile by A. A. Fair

autore:A. A. Fair
La lingua: ita
Format: mobi, epub
editore: Mondadori
pubblicato: 1952-05-11T23:00:00+00:00


VII

Era mezzanotte passata quando raggiunsi Santa Carlotta. L'aria era diventata fredda, ed io mi fermai ad un ristorante notturno per prendere una tazza di cioccolata bollente. Dal telefono del ristorante chiamai l'abitazione del dottor Alftmont.

Il telefono squillò una dozzina di volte prima che una voce di donna, rauca per il sonno, dicesse: - Pronto.

- L'abitazione del dottor Alftmont?

- Sì.

- Devo parlare con il dottore per una cosa della massima importanza.

- Lo avete cercato in studio?

- In studio? - dissi sorpreso.

- Sì. Fu chiamato là poco prima di mezzanotte e non è ancora tornato.

- Spiacente di avervi disturbata - dissi. - Non avrei immaginato che fosse in studio a quest'ora.

Alla donna passò ogni traccia di sonno: - Comprendo. Vorreste lasciarmi detto qualcosa nel caso non lo trovaste?

- Ditegli che gli telefonerò fra quindici minuti circa se non dovessi trovarlo in studio. Vi ringrazio moltissimo.

Riappesi e filai allo studio del dottor Alftmont. Vi erano delle luci nel palazzo. L'ascensore era automatico: schiacciai un bottone e salii al piano del dottor Alftmont. Non udii nessuna voce camminando silenziosamente per il corridoio, ma il rettangolo di vetro smerigliato della porta dello studio lasciava trasparire luce. Bussai un paio di volte, finché la porta si aprì. Mi trovai a faccia a faccia col dottor Alftmont. Sorpresa, costernazione e paura si avvicendarono sul suo viso. La porta dello studio interno era ermeticamente chiusa.

- Mi spiace disturbarvi, dottore - dissi, - ma si è presentato un caso della massima importanza.

Diede un'occhiata alla porta chiusa del suo studio particolare e sembrò imbarazzato.

- Sta bene. Possiamo parlare anche qui.

Feci un passo verso di lui e, abbassando la voce dissi: - Sapete che cosa accadde questo pomeriggio?

Egli esitò un momento, poi si voltò e disse: - Credo che potete entrare. - S'avviò alla porta dello studio particolare, girò la maniglia e l'aperse.

Bertha Cool sedeva in una grande poltrona vicino alla finestra. Mi guardò con viso sorpreso.

- Bene, bene, Donald. Vi date da fare!

- Da quanto tempo siete qui? - le chiesi.

- Da circa un'ora - disse.

Il dottor Alftmont andò a sedersi dietro la scrivania. - È terribile esclamò - è terribile!

Non distolsi lo sguardo da Bertha - Che cosa gli avete detto? - domandai.

- Gli spiegavo la situazione.

- Benissimo, - risposi. - Scusatemi per un momento. - Cominciai a girare per la stanza, guardando dietro i quadri e la libreria. Il dottor Alftmont disse:

- Che cosa state guar…

Misi un dito in segno di avvertimento alle labbra e mi mossi verso la parete. Bertha Cool afferrò l'idea: - Per amor di Dio, Donald!

Non parlai finché non ebbi completato il giro dell'ufficio, indi dissi: Non vedo niente. Questo non significa che non vi sia niente. Dovete prendervi cura particolarmente di questo - ed accennai al telefono.

Il dottor Alftmont fece per alzarsi poi si sedette di nuovo. Sembrava completamente schiacciato dall'incalzare degli avvenimenti. Io dissi a Bertha: - Avete combinato la cosa?

- Sì. - rispose e poi aggiunse con un sorriso - in modo talmente soddisfacente come non avrei nemmeno immaginato, Donald.

- Benissimo - le dissi.



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